Un decimese insigne: Luigi Pillitu
di Angelo Sanna
Luigi Pillutu nasce a Decimomannu il 15 Settembre 1907, muore a Città di Castello il 2 Aprile 1998.
È forse il tifernate più famoso del dopoguerra: fu democristiano, antifascista e partigiano nonché primo sindaco del dopoguerra (1944) di Città di Castello.
A Decimomannu frequentò la scuola elementare, poi dal 1920 al 1926 fece studi ginnasiali al Convitto di Cagliari. In quel periodo era simpatizzante del Partito Sardo d’ Azione.
Nel 1927 si trasferì a Firenze per completare gli studi liceali, che concluse a Città di Castello nel 1930, presso il convitto Serafini. Si laureò in giurisprudenza nella Regia Università degli studi di Perugia, il 2 Luglio 1934 e sino al 1936 vi ricoprì l’incarico di assistente volontario presso l’istituto di esercitazioni giuridico-politiche. Nello stesso anno pubblicò il volume “Il Reato continuato” realizzato sulla base della sua tesi di laurea.
Si sposò nel 1938, con Iole Meroni.
Divenuto nel 1944, Sindaco di Città di Castello, entrò a far parte della direzione della Democrazia Cristiana tifernate. L’anno dopo, 1945, fu nominato presidente del Consorzio per la ferrovia umbro-aretina. Dal 1946 al 1961 fu ininterrottamente eletto consigliere comunale di Città di Castello. Dal 1961 al 1966 promosse il rilancio della Cassa di Risparmio locale e dell’intera economia alto tiberina, creando la prima zona industriale dell’Umbria.
Dal 1966 al 1976 fu presidente della Camera di Commercio industria e artigianato di Perugia. Oltre all’impegno politico, che privilegiò, dal 1974 al 1990 svolse anche attività forense in materia di diritto penale e civile. Morì a Città di Castello il 2 Aprile 1998, dopo lunga malattia.
Questa è la scheda sintetica di Luigi Pillitu, un personaggio di primo piano della rinascita nel dopoguerra e sino quasi alla fine del XX secolo, di Città di Castello e del Consorzio alto-tiberino. La concretezza delle sue idee lo portò a far progredire la valle alto-tiberina e tutta l’Umbria creando la prima zona industriale della Regione. Il rilancio dell’economia alto-tiberina e il processo di industrializzazione che hanno mutato il volto di Città di Castello e della valle hanno avuto come protagonista, alla presidenza della Cassa di Risparmio, l’avvocato Luigi Pillitu. Un nuovo indirizzo del credito è stato decisivo per realizzare un progetto al quale ha concorso in modo decisivo anche l’amministrazione comunale tifernate.
I vari incroci di parentele e le cariche economiche sociali e politiche ricoperte dai protagonisti, portarono Città di Castello a un benessere economico e culturale.
La notevole parte culturale, tutt’ora esistente, è fruibile dai locali e dai visitatori turistici.
La moglie di Pillitu, Iole Meroni, era figlia del direttore del Convitto Serafini di Città di Castello, dove si maturò Luigi nel 1930, del quale poi ne diventerà proprietaria.
La conoscenza della famiglia Meroni portò Luigi Pillitu ed il Meroni a valutare quanto necessario per migliorare le condizioni economiche della zona tifernate e dell’alta valle del Tevere.
Alcune strutture di Città di Castello, il convitto Serafini e lo studio che diventò Pillitu-Meroni inserito nel palazzo Pierleoni, furono valorizzati da Luigi Pillitu e dalla figlia Anna Paola, anche lei divenuta sindaco e assessore di Città di Castello.
Nel 2013 Anna Paola Pillitu ha fatto un lascito alla comunità tifernate: il Palazzo Pierleoni, che è gestito dal FAI, e lo studio Pillitu-Meroni ubicato nel suo interno, con le ampie collezioni d’arte e tutti gli archivi legali della famiglia; anche il convitto Serafini, divenuto proprietà della famiglia dopo la sua chiusura nel 1943, è stato donato alla comunità di Città di Castello.
Riconoscenti ed encomiabili le dichiarazione del sindaco e dell’assessore alla Cultura all’atto dell’apertura del palazzo Pierleoni e dello studio Pillitu-Meroni: “Città di Castello ha un debito di riconoscenza verso Paola Pillitu per il generoso lascito che ha destinato alla sua comunità”.