Uno, due, tre, stella! Tra gioco e disinformazione linguistica
Il gioco “Uno, due, tre, stella!” è uno dei più amati dai bambini, capace di attraversare generazioni senza perdere il suo fascino. Le regole sono semplici: un partecipante, mentre gli altri si muovono, si volta verso di loro gridando “Uno, due, tre, stella!”. Al comando “stella”, tutti devono fermarsi immediatamente, mentre chi si volta cerca di coglierli in movimento per eliminarli o farli tornare alla partenza.
Ma dietro questo gioco si cela un curioso enigma linguistico. La parola “stella”, che sembra rappresentare perfettamente la sospensione del movimento, secondo alcuni potrebbe non essere quella originale.
“Papà, lo sai che su Internet dicono che si dice ‘stai là’ e non ‘stella’?”
Effettivamente, considerando che il comando impone di fermarsi e tornare all’inizio, questa ipotesi potrebbe sembrare plausibile.
Tuttavia, analizzando meglio, ci rendiamo conto che questa teoria è stata alimentata dalla recente diffusione online di un’idea priva di evidenze storiche e linguistiche.
Secondo alcuni articoli e post su vari social, la frase originaria sarebbe stata “1, 2, 3, stai là”. Un’ipotesi affascinante, ma più che una verità accertata sembra essere l’ennesimo esempio di come il web possa distorcere il nostro linguaggio.
Approfondendo, scopriamo che in dialetto piemontese “stai là” si dice “ste’ là!”, un’espressione che richiama il francese “reste là” (“resta lì”). Tuttavia, questa somiglianza non giustifica la trasformazione in “stella”. In Francia, infatti, il gioco è conosciuto come “Un, deux, trois, soleil” (“Uno, due, tre, sole”) o “Un, deux, trois, statue” (“Uno, due, tre, statua”). Mentre “soleil” richiama il sole, una stella, e “statue” potrebbe al massimo portare a una deformazione come “ste tú”, risulta difficile legare tutto ciò a “stai là”.
Nonostante le incertezze sull’origine del nome Italiano,”Uno, due, tre, stella!” resta un classico intramontabile, il cui vero valore risiede nel divertimento che regala.
Questa riflessione, però, ci invita a chiederci quanto spesso accettiamo senza fare le giuste verifiche ciò che leggiamo online. Le parole e i significati evolvono nel tempo, influenzate dalla cultura popolare e, sempre più, dall’informazione che circola online e dal utilizzo impropio delle IA.
E tu, quante informazioni dai per certe senza mai chiederti se siano davvero tali?
Emanuele Mulas