W L’Italia antifascista: identificateci tutti


È arrivato il momento di dirlo a voce alta e senza nascondersi. Se non ora quando? 2024, 100 anni dalla morte di Giacomo Matteotti, siamo qui catturati in un loop temporale, prigionieri della nostalgia di pochi, e dell’ignoranza di troppi. Ogni giorno sentiamo di episodi legati a rigurgiti fascisti e gesti di esaltazione di simboli e personaggi nazifascisti. Non neghiamolo, politicamente è un momento storico molto difficile per le democrazie europee, ci sono forti spinte verso l’estrema destra, quella reazionaria, che nega i diritti e chiude le bocche. Guardiamo all’Ungheria di Orbàn, cui dal 1° luglio spetta la presidenza del Consiglio UE fino alla fine del 2024, che ha introdotto nel paese leggi illiberali (limitazione forte della libertà di stampa, controllo soffocante della società, leggi severe anti immigrazione, restrizioni per la carriera universitaria alle donne) che hanno minato la democrazia e lo configurano come sistema autoritario. Nessun Paese è al sicuro, tutta l’Europa è attraversata dal vento di Destra che come una burrasca sta erodendo le coste della Democrazia.

Ma perché? Non è facile dare una risposta senza cadere nella banale espressione “perché parla alla pancia del popolo”, vorrei andare oltre.

Innanzitutto, episodi locali come quanto accaduto nel campo da basket all’aperto di Decimomannu, deturpato con svastiche, seguono a fatti precedenti altrettanto gravi, come i graffiti nei muri e la sospensione di alcuni studenti della scuola secondaria di primo grado di Decimomannu che hanno fatto circolare il famigerato simbolo su carta e inneggiato a Hitler. 

Non è ammissibile nel 2024 né giustificabile. Questi ragazzi non sono vittime di ignoranza, queste non sono ragazzate, in questo momento storico la loro generazione vive immersa nell’informazione H24, è completamente digitalizzata, ha accesso a contenuti e risorse che noi neanche sognavamo fino a vent’anni fa. Sono studenti che conoscono e sanno, hanno profonda consapevolezza delle parole che usano, hanno visitato i campi di concentramento, visto film e documentari. Non sono una generazione perduta, perché tanti loro coetanei fanno scelte diverse, quindi chi sceglie di inneggiare al Nazismo lo fa consapevole di sbagliare, esattamente come chi sceglie di non farlo. 

Tornando ai venti neri che scuotono l’Europa, inutile negare che le democrazie nate dalle ceneri di quanto restava del vecchio continente nel secondo dopoguerra sono stremate, logore, il rapporto tra chi governa e chi è governato è teso per diverse ragioni:

  1. La crisi della rappresentanza politica;
  2. Il venir meno dello Stato sociale, il Welfare è sempre più sulle spalle delle donne, e la sua inadeguatezza sul piano dell’equità e del sostegno allo sviluppo;
  3. Il venir meno del perno dello Stato nazionale che non può più garantire autonomamente i bisogni dei suoi cittadini, legato alla politica globalizzata e delle sue leggi;
  4. L’aumento esponenziale del flusso di immigrazione, lo spettro di una “invasione”, come i partiti nazionalpopulisti affermano, e la paura del multiculturalismo, di un confronto con culture e abitudini estranee. 

Su quest’ultimo punto vorrei dire che molta colpa ha davvero la politica di ogni colore, che ha avuto paura di dire la dura verità. Non è arrestabile, la migrazione climatica potrà solo aumentare il flusso dei popoli verso il nord, sarebbe stato più maturo preparare mentalmente i cittadini a un evento epocale. E qui torniamo al punto numero 1 della lista.

Vorrei riportare il focus sulla svastica disegnata sul campo da basket comunale a Decimomannu dove, dopo qualche ora, si doveva svolgere il “Memorial Carmelo Canu”, evento di pallacanestro in carrozzina organizzato da Basket Decimo e Bads in collaborazione con Uisp. Fatto denunciato e condannato dalla sindaca Monica Cadeddu con un post on line.

La notizia è stata ripresa da varie testate on line regionali e nazionali, è possibile cercare e leggere i commenti agli articoli e ai post. 

A chi dice che queste cose si sono sempre fatte, che sono goliardate, che le mele marce intaccano anche le sane, vorrei ricordare come Hegel, lapidario, liquidava l’assolutezza di Shelling “Nella notte nera tutte le vacche sono nere”. Nella notte tutto è indistinguibile, nero, le idee e i contorni sembrano gli stessi. Non si può giustificare tutto, non si può vedere il presente con gli occhi del passato, non con le informazioni che abbiamo oggi. Un giovane nato dopo il 2000 che ha mentalmente un riferimento così esplicito al Fascismo, ne è affascinato, nelle sue varie forme, dimostra che la tradizione fascista è molto forte, si tramanda, talvolta estende la sua influenza, quindi chi lo riduce a folclore si vuole bendare gli occhi. È il fatto stesso di questa durata temporale che dovrebbe sgombrare il campo da dubbi e scetticismi.

Oggi indignarsi è più difficile, anni di ironia e scherno verso l’antifascismo attraverso la comunicazione, certi giornali, certa tv, ha reso l’opinione pubblica indifferente e insensibile all’argomento, quindi oggi indignarsi è più difficile di trent’anni fa.

 

Luisa Mura

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